Stamattina treno alle 6.35, primo treno del mattino per Roma.

Avevo programmato la sveglia alle 4. 40, 4.45 e 4.50 per poter uscire di casa alle 5.30 e andare con calma alla stazione, cercare parcheggio nella zona gratuita e fare la consueta passeggiata di circa 20-25 minuti per arrivare in stazione.

Sonnecchio tra una sveglia e l’altra, rimanendo in uno stato di tranquillo relax, pensando che tanto non serve correre. Guardo l’ora pensando che siano le 5 e che è bene che mi alzi. Sono le 5.43 e tra 52 minuti il treno parte.

Non perdo nemmeno tempo ad imprecare, i secondi sono preziosi. In 7 minuti sono vestita, truccata, parzialmente colazionata ed in macchina e alle 6 precise parcheggio. In 15 minuti sono in stazione e 2 minuti dopo al binario.

34 minuti. 34 minuti fa ero nel mio letto e adesso sono in stazione, e non ho nemmeno dimenticato troppe cose.

Questo mi fa riflettere parecchio.

Personalmente ho un po’ di difficoltà a gestire la Legge del Tempo. Sono costantemente in ritardo e benchè sappia bene che dal punto di vista quantistico il tempo non esiste etc etc e che è solo un mio limite mentale ho ancora difficoltà a superare l’ostacolo (a dirla tutta non è che ci lavori su tanto, però).

Ho la piena fiducia nell’Universo e nei miracoli, soprattutto sul prendere il treno in tempo.  Mi è capitato diverse volte di arrivare in stazione all’ultimo momento e di prendere il treno al volo. Per cui chiedo all’Universo, ancora una volta, un miracolo, con la certezza che si avvererà. La stessa certezza che si ha quando si preme un tasto del telecomando e ci si aspetta di vedere il canale corrispondente a quel tasto. Certezza, non fiducia. E, ancora semi insonnolita nel tragitto verso Milano, mentre osservo con meraviglia le montagne innevate e le prime risaie allagate, rifletto. Mi sento come dopo aver partorito i miei figli. O come avere ottenuto la casa con le caratteristiche da me richieste, alle condizioni economiche da me ipotizzate e che al momento sembravano impossibili ( e che nel frattempo sono anche migliorate). Onnipotente.

Ieri stavo riflettendo su come ci siano degli aspetti, nella mia realtà, che ancora non siano ancora ottimali. Ieri indugiavo su questo pensiero pur sapendo che stavo dando troppa attenzione alla cosa. E, sebbene lo sappia bene da molto tempo, ora ho la completa consapevolezza che i limiti sono solo mentali. Totalmente e incondizionatamente. So anche, banalmente, che non ci lavoro a sufficienza. Dedicarmi una sessione di VirtualMind ogni tanto, quando ho tempo, non basta. Una volta al giorno, almeno.  E’ un investimento in termini di tempo ( e considera, come ho detto sopra, che ho attualmente qualche difficoltà con la Legge del Tempo) che faccio su me stessa. Del resto, amo andare oltre i miei limiti ed accolgo con gioia le occasioni per farlo.

Ed osservo curiosamente come l’Universo ha un senso dell’umorismo curioso. Perché tutto questo accade il 25 aprile, Festa della Liberazione. Quale liberazione migliore di quella dei propri limiti mentali?

Buona Liberazione a TE!

 

Con amore,

 

Valeria


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